Progetti per la sistemazione dell’area tra la facciata del Duomo e Palazzo Ducale

Autore

[Rinaldi, Tolomeo]

Titolo

Progetti per la sistemazione dell’area tra la facciata del Duomo e Palazzo Ducale

Datazione

XVII secolo; 1604 e 1616

Collocazione

AVFDMi, Archivio Storico, 242, 86, 1

Dimensioni

802x530 mm (primo volet 282x206 mm; secondo volet 155x410 mm; terzo volet 256x376 mm)

Tecnica e Supporto

Preparazione a matita; esecuzione e penna e inchiostro bruno, acquerello, giallo, rosso, azzurro; supporto cartaceo, filigrana non presente.

Scala

In basso a destra, serie di punti a matita, non espressa.

Iscrizioni

Ai luoghi propri, a penna e inchiostro bruno: «il Palazzo dell’/Arcivescovado», «botteghe della fab[ric]a della Chiesa Mag[gior]e», «Sito della fab[ric]a della Chiesa Mag[gior]e», «della Chiesa Mag[gior]e», «la Porta Mag[gior]e», «Come al p[rese]nte confinano la Chiesa Mag[gior]e e la Regia Chorte de M[i]l[an]o».

Lungo il margine sinistro, a matita: «Coppia de Peregrino».

Sul primo volet, a penna e inchiostro bruno: «Come confinarebbono la Chiesa Mag[ggior]e con la / Regia Chorte de M[i]l[an]o seguendo la fab[ric]a / nova così nell’uno come nell’altro per il parer / del Cav[alier]e Arduino Ing[egner]o», «sarebbe la porta mag[ggior]e», «il puntezzato demostra / la parte che si destruerebbe / il verde demostra la fab[ric]a nova / il turchino demostra il compimento / della Chiesa Mag[gior]e», «A. Siti occupati per benefitio della fab[ric]a della Chiesa Mag[gior]e nella piazza / B. hedefitii della Città», «la piazza», lettere A e B.

Sul primo volet, a matita, in alto a sinistra: «Ard[ui]no».

Sul secondo volet, ai luoghi propri, a penna e inchiostro bruno: «altra porta», «sarebbe la porta mag[gio]re», «Perché la Regia Chorte / resti con parte di facciata e una / forma con decoro alla parte segnata B / che riguarda all’offitio de Giustitia / era di parere Tholomeo Rinaldi Ing[egne]ro della / R[eal] C[amera] seguir con il p[rese]nte disegno».

Sul terzo volet, ai luoghi propri, a penna e inchiostro bruno: «sito della Chiesa Maggiore», «Corpo di guardia», «porta Mag[gio]re», alcune misure in braccia.

Sul verso, a penna e inchiostro bruno: «1604 n. (***)».

Sul verso, a penna e inchiostro bruno: «Capo XXIV / § I / n. 86 / Avendo recivido una carta del Ill[ustrissimo] Magistrado ordinario de 10 de / Iulio 1604 para que confrontase el Disigno que se dà a los Deputados de la fabrica / del Domo desta civdad, Digo que este es copia del original que el Pelegrino / hizo del Palacio de Milan que queda. En mi poder con el parezer duplicado de / como se ade estrechar para quela yglesia del Domo pueda acavarse para que / secome el quemexo fuere.  Advirtiendo que el que señala el quarto entero / serà el mehor y que es nezesario sedelugar ala yglesia pues de otra manera / no se podrà hazer. Fecha en Milan a 12 de Iulio 1604 / Christoval Lechuga».

Notizie

Il disegno è composto su due fogli uniti insieme e lievemente sovrapposti al centro, inoltre, presenta tre volet incollati in corrispondenza delle varianti per l’area della Regia Corte (già Palazzo Ducale, poi Reale) di Milano che impediva il completamento delle campate del Duomo verso la facciata.

Il foglio presenta un lieve ingiallimento diffuso e margini interessati da alcuni piccoli strappi, specialmente in coincidenza con le piegature del foglio in più parti, presumibilmente originarie considerando come sono stese le iscrizioni sul verso. Lungo le piegature si sono formati alcuni piccoli strappi. Verso destra e lungo il margine inferiore si notano tracce di una sostanza rossa (forse cera) e compaiono alcune macchie brune sul verso.

Si noti come il disegno presenti numerosi fori in corrispondenza di tutti gli spigoli della pianta, elemento che conferma che si tratta di una copia da altro elaborato, come del resto si evince dalle iscrizioni sul verso. Le varianti del progetto mostrano l’uso attento di diversi colori ad acquerello e tratteggi a penna con significato diverso, puntualmente illustrati nelle legende.

Note critiche

Il disegno è stato riprodotto da Francesco Repishti e Richard Schofield nel 2002 e può essere relazionato a un piccolo nucleo di disegni, e copie degli stessi, relativi al problema della sistemazione dell’area posta tra il fianco meridionale della cattedrale e la Corte Regia, in particolare rispetto allo spigolo di quest’ultima, che insisteva sul luogo ove sarebbe dovuta giungere la nuova facciata del Duomo. Uno di questi disegni è conservato all’interno del primo tomo della Raccolta Bianconi (ASCMi, Raccolta Bianconi, I, f. 1r), due (questo compreso) si trovano presso l’Archivio della Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano (AVFDM, Archivio Storico, 242, 86, 1-2), tre appartengono alla Raccolta Ferrari presso la Biblioteca Ambrosiana (BAMi, S. 148 sup. nn. 57, Appendice 2, Appendice 3) e un ultimo, un tempo nella stessa raccolta (Appendice 1), è oggi estratto in BAMi, L.P. 3268/2.

Seguendo le iscrizioni che si contengono nel disegno, esso è indicato da Cristobal Lechuga come una copia della pianta del palazzo ex Ducale delineata da Pellegrino Tibaldi. Sul verso compare infatti la copia di una lettera scritta da Lechuga in risposta a una missiva ricevuta il 10 luglio 1604 da parte del Magistrato Ordinario di Milano. Questa notazione è verosimilmente riferita alla base progettuale presente sul foglio principale, che è replicata sempre uguale anche negli altri disegni del gruppo e che mostra lo stato di fatto degli edifici. In particolare la stessa base si trova nei fogli L.P. 3268/2 della Biblioteca Ambrosiana e in ASCMi, Raccolta Bianconi, I, f. 1r.

L’aspetto più avvincente di questo disegno è rappresentato dai tre volet che propongono soluzioni diverse per la sistemazione dell’area. Nel primo volet, indicato come corrispondente al parere dell’ingegner Arduino, si trova tracciata con puntinato a penna la parte da demolire e campito con acquerello verde il corpo di fabbrica da costruire al suo posto, che nella sostanza cambia l’orientamento di alcune stanze in modo che lo spigolo non urti contro la cattedrale, le cui ultime campate da erigere sono indicate con campitura ad acquerello azzurro (questa variante è presente anche sul primo volet incollato al foglio in ASCMi, Raccolta Bianconi, I, f. 1r).

Nel secondo volet è presente una proposta corrispondente al parere di Tolomeo Rinaldi, che consiste nella demolizione e ricostruzione rettificata di tutta la manica del palazzo verso la cattedrale e la realizzazione di un portico interno alla corte, con un nuovo accesso verso est e con lo spostamento della porta principale del palazzo più a ovest, in modo che non si trovi in corrispondenza dello spigolo del Duomo. Questa soluzione compare anche sui due volet incollati al foglio L.P. 3268/2 della Biblioteca Ambrosiana, in due varianti, con o senza portico dentro la corte, inoltre, la medesima si trova su un volet oggi incollato erroneamente al disegno in ASCMi, Raccolta Bianconi, I, f. 2r, ma verosimilmente da riferirsi a f. 1r della stessa raccolta (per precisazioni su questo aspetto si vedano le schede relative).

Sul terzo volet, infine, si trova la soluzione più semplice, ossia quella di smussare il solo spigolo del palazzo che ostacola la prosecuzione del Duomo, rettificando solo il muro del palazzo in corrispondenza degli ambienti demoliti e spostando solo di qualche metro più a ovest la porta maggiore della corte. Questa ultima soluzione trova parziale corrispondenza in un elaborato conservato nella stessa cartella presso la Veneranda Fabbrica del Duomo (n. 2; si veda la scheda relativa) e in BAMi, S. 148 sup., Appendice 2, dove è proposta una riduzione in spessore degli ultimi tre contrafforti del fianco sud della cattedrale verso la facciata e del corrispondente pilastro di spigolo della facciata stessa. Inoltre, quest’ultimo volet presenta un ulteriore motivo di interesse, poiché davanti alla cattedrale figura a tratteggio bruno la pianta della facciata secondo il progetto di Pellegrino Tibaldi, con il binato di colonne libere in corrispondenza dello spigolo e accanto alla porta maggiore, ma lesene ribattute al posto di semicolonne, ossia nella soluzione adottata dopo il 1609 (visibile anche in BAMi, S. 148 sup., Appendice 3).

Questo foglio sembra dunque rappresentare nel suo insieme una sintesi delle proposte formulate nel tempo per la sistemazione dell’area e plausibilmente costituisce la copia a disposizione della fabbrica mutuata da altri elaborati progettuali. Esso ci consente di avere un quadro piuttosto completo delle fasi di sviluppo del progetto, incrociando i dati a nostra disposizione con i documenti relativi alla vicenda conservati presso la Veneranda Fabbrica del Duomo (AVFDMi, Archivio Storico, 246, 87) e l’Archivio di Stato di Milano (ASMi, Culto parte antica, 1048; questi ultimi sintetizzati in Repishti 2003, pp. 72-73 e note relative). Purtroppo non è stato possibile rintracciare documenti sulla presunta idea dell’Ingegner Arduino, descritta sul primo volet, mentre si riescono a seguire in modo puntuale le vicende degli altri progetti.

Il 25 agosto 1604 Tolomeo Rinaldi presenta una relazione al Magistrato Ordinario sulle spese da sostenere per la demolizione del muro della Corte Regia e il rifacimento degli edifici che ostacolano la costruzione della facciata del Duomo. Nella relazione si parla di un progetto che presenta a tratteggio lo stato di fatto degli edifici e nel «tinto di verde» le nuove costruzioni. Compare, inoltre, la menzione di un sito indicato in giallo, ove sono collocate le botteghe di proprietà della fabbrica del Duomo a ridosso del palazzo di corte, sito che si sarebbe in parte perduto per rettificare il muro del palazzo, tirandolo più in fuori verso la strada, in modo da «non render l’hedefitio tanto tortuoso» (AVFDMi, Archivio Storico, 242, 87). Analizzando i disegni a nostra disposizione parrebbe potersi associare a questa relazione il disegno oggi conservato in BAMi, L.P. 3268/2, che presenta la stessa base progettuale con la pianta del palazzo e lo stato di fatto degli edifici e su due volet la sola soluzione di Rinaldi, in due varianti, con o senza portico costruito all’interno della corte. In particolare il secondo dei due volet mostra proprio con tratto puntinato lo stato degli edifici e campito in verde il nuovo progetto, con un’acquerellatura in giallo in corrispondenza del sito delle botteghe della Fabbrica. Sembra quindi chiara la possibilità di datare questo progetto al 1604 e individuare nel secondo volet del disegno della Fabbrica qui discusso la copia della soluzione di Rinaldi con portico dentro la corte.

La vicenda si protrae per diversi anni senza progressi e solo il 29 marzo 1611 Filippo III accetta la proposta del capitolo del Duomo per l’acquisizione dell’angolo della Corte Regia (Repishti, 2003, p. 72). Successivamente Tolomeo Rinaldi e Alessandro Bisnati sono incaricati di visitare e misurare il sito necessario per la costruzione della nuova facciata «conforme al modello ultimamente stabilito» e inviano a Filippo III un disegno accompagnato da una relazione, che illustra le dimensioni del sito e le principali modifiche necessarie (1615, 30 agosto: ASMi, Culto parte antica, 1048). Questo disegno doveva grosso modo corrispondere all’elaborato in BAMi, S. 148 sup. n. 57, che è datato, infatti, 1615 e dichiarato nelle iscrizioni presenti sul foglio come dimostrazione del sito, da conservarsi però presso la Fabbrica del Duomo. Quest’ultimo disegno mostra a tratto continuo lo stato degli edifici e con tratto puntinato l’ultima campata della navata minore sud, con lo spigolo della facciata e il profilo delle basi delle due colonne libere previste dal progetto di Tibaldi. Poco dopo anche Pietro Antonio Barca offre un parere sul disegno e sulla relazione di Rinaldi e Bisnati, essendo favorevole a diminuire lo spessore del pilastro di spigolo della facciata per consentire una larghezza della strada di 8 braccia e a riportare gli scalini del sagrato della cattedrale all’altezza del secondo pilatro di facciata, per consentire una maggiore larghezza della strada (1615, 25 settembre: ASMi, Culto parte antica, 1048; anche gli scalini sono segnati nella posizione descritta nel foglio S. 148 sup. n. 57).

Le perplessità che ostacolano la decisione definitiva riguardano a questo punto soprattutto la scarsa larghezza della strada. Il 5 marzo 1616 Tolomeo Rinaldi invia una nuova relazione al Magistrato Ordinario Giovanni Battista Fagnani, che accompagna un nuovo disegno, formulato dopo avere accuratamente discusso il tema con il cardinale Federico Borromeo e Alessandro Mazenta, allora Prefetto delle fabbriche ecclesiastiche (ASMi, Culto parte antica, 1048). Si deve in particolare a Federico Borromeo il suggerimento di risolvere la questione nel modo più semplice e meno dispendioso possibile. Il nuovo progetto di Rinaldi, illustrato in quest’ultima relazione, contempla la demolizione dello spigolo di palazzo ducale tangente la facciata del Duomo (segnato B nel disegno), la semplice rettificazione di parte del prospetto del palazzo in coincidenza delle demolizioni e lo spostamento della porta della corte poco più a sud (C nel disegno), oltre all’assottigliamento dei tre ultimi contrafforti della parete sud della cattedrale verso la facciata (A nel disegno) e conseguentemente del pilastro di spigolo della facciata stessa. Di questo progetto esistono oggi due disegni, chiaramente identificabili dalle lettere e dalla legenda esplicativa, conservati presso la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano (AVFDMi, Archivio Storico, 242, 86, 2) e presso la Biblioteca Ambrosiana (BAMi, S. 148 sup., Appendice 2). Entrambi i fogli sembrano redatti dalla mano di Alessandro Bisnati, a giudicare dalla grafia delle legende, inoltre, quello della Fabbrica del Duomo è in realtà un solo grande volet incollato nel 1616 a una pianta del palazzo ducale del 1604 (in base all’iscrizione sul verso), nella quale sembra essere apposta in forma autografa da Tolomeo Rinaldi solo la firma in calce alla lunga legenda esplicativa (con grafia visibilmente differente). Per questi nuovi progetti Tolomeo Rinaldi è pagato dalla Fabbrica il 22 aprile 1616 (AVFDMi, Mandati, 1616; Repishti, 2003, p. 118 nota 174). Infine, la vicenda è riassunta in un memoriale del 10 maggio 1616 e il lavori sono realizzati nel corso dell’estate (ASMi, Culto parte antica, 1048; Repishti, 2003, p. 73 e nota 174).

Per quanto concerne la paternità e la cronologia specifiche del disegno della Fabbrica qui in oggetto, è piuttosto ragionevole considerare la base e i primi due volet realizzati da Tolomeo Rinaldi nel 1604, dal momento che la grafia delle iscrizioni è compatibile con la relazione autografa di Rinaldi conservata nel fascicolo successivo della stessa cartella (AVFDMi, Archivio Storico, 242, 87), mentre il terzo volet potrebbe essere stato aggiunto dallo stesso Rinaldi una volta scelto il progetto definitivo nel 1616. Sul verso del foglio maggiore compare un piccolo studio a matita dell’angolo di facciata, con il risvolto sul fianco e le due colonne libere ribattute da paraste, così come appare sul terzo volet al recto.

Bibliografia

F. Repishti, R. Schofield, La facciata del Duomo di Milano (1582-1750), in La facciata del Duomo di Milano nei disegni d’archivio della Fabbrica (1583-1737), a cura di F. Repishti, catalogo della mostra (Milano, 2002), Milano, 2002, p. 18

Schedatore e data

Jessica Gritti 2015

ISBN

9791220009157

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