Pianta parziale e sezione prospettica

Autore

Anonimo; [Seregni, Vincenzo]; [Lombardo, Cristoforo]

Titolo

Pianta parziale e sezione prospettica

Datazione

XVI secolo; [secondo quarto]

Collocazione

BAMi, F. 251 inf. n. 35

Dimensioni

564x410 mm

Tecnica e Supporto

Preparazione a punta secca, compasso; esecuzione a penna e inchiostro bruno, acquerellatura a inchiostro bruno diluito; supporto cartaceo, filigrana non rilevabile (controfondato).

Scala

In basso verso destra, 5 punti a penna e inchiostro bruno collocati al centro di uno dei moduli quadrati della quadrettatura di base a punta secca.

Iscrizioni

In basso al centro, a penna e inchiostro bruno (quasi completamente cancellata): leggibile «Vitruvius (+++) (+++)». 

In basso a destra, timbro a inchiostro nero della Veneranda Biblioteca Ambrosiana: monogramma «SINGULA SINGULI».

In basso a destra, timbro a inchiostro nero, numerazione moderna: «35».

Notizie

Il disegno, un tempo parte del volume F. 251 inf. si conserva oggi come foglio sciolto entro un montaggio moderno, dal quale è facilmente rimovibile. Il foglio è considerevolmente ingiallito e presenta su tutta la superficie macchie brune, delle quali alcune di inchiostro, e tracce di sporco (presumibilmente esito di polvere). I margini del foglio sono irregolari e tutti e quattro gli angoli sono tagliati. Il verso, oltre al controfondo, presenta tracce di un incollaggio ad altro supporto, oggi non più esistente. Le piegature originarie del foglio, verticale e orizzontale, sono oggi quasi completamente spianate, alcuni tagli sono compensati dalla presenza del controfondo.

Oltre alla preparazione a punta secca corrispondente alle linee del disegno, si nota un tracciato modulare composto da una griglia di quadrati che rimanda alla composizione geometrica sul quale dovrebbe essere basato il proporzionamento delle navate della cattedrale (si veda il paragrafo Note critiche). In basso al centro, a penna
e inchiostro bruno, compare un’iscrizione abrasa e scarsamente leggibile, in cui
è possibile individuare tre parole distinte, delle quali è leggibile dubitativamente
solo la prima: «Vitruvius». Le altre due parole sono poco chiare, si scorgono solo alcune lettere. Si segnala che esiste un caso in cui Vitruvio Seregni appone la sua firma (o nota di possesso) in basso al centro lungo il margine di un
altro disegno del Duomo, relativo a un progetto del padre Vincenzo per la porta
di Compedo (disegno perduto, ma del quale esiste una copia presso la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano; AVFDMi, Archivio Disegni, 247; si veda la scheda relativa). In quella occasione Vitruvio Seregni si firmava «Vitruu.s Seren.s Architectus» (L. Beltrami,
La porta settentrionale nel Duomo di Milano (Porta versus compedum): vicende
e raffronti, Milano 1900, p. 23, riproduzione dell’originale alle pp. 2 e 24). Tuttavia la
parola Vitruvio lascia sospettare anche un possibile riferimento al soggetto
del disegno, come abbiamo visto, relazionato in parte con il Vitruvio di Cesariano, ma non è possibile a chi scrive immaginare, in questo secondo caso, un completamento dell’iscrizione coerente con le lettere parzialmente visibili.

Note critiche

Il disegno è pubblicato da Beltrami in relazione al coronamento superiore della cattedrale e inserito da Angiola Maria Romanini nel volume sul Duomo del 1973, ma senza commento. Antonio Cassi Ramelli (1965) pubblica una copia parziale del disegno conservata presso la Veneranda Fabbrica del Duomo (AVFDMi, Archivio Disegni, 201) e riporta la lunga lettera presente sul verso del foglio e scritta da Paolo Cesabianchi a Camillo Boito il 10 ottobre 1886. Le iscrizioni presenti sul recto della copia la segnalano come «Facsimile di un antico disegno ortografico conservato all’Ambrosiana di Milano» e associano la forma del tiburio a idee di Vincenzo Seregni sviluppate intorno al 1530 (in realtà Seregni compare documentato la prima volta nel cantiere del Duomo nel 1534), mentre la nota di Cesabianchi sul verso propone di assegnare l’originale dell’Ambrosiana alla mano di Cristoforo Lombardo.

Il foglio mostra una sezione trasversale prospettica del Duomo, con un brano della pianta riportato in basso. La sezione sembra visibilmente ispirata, con varianti, alla scaenographia contenuta nel volgarizzamento di Vitruvio di Cesare Cesariano (Di Lucio Vitruvio Pollione De Architectura Libri Dece, Como, 1521, f. XVv): la sezione delle navate rispecchia la consueta proporzione ispirata allo schema trecentesco di Gabriele Stornaloco, tuttavia le navate sono sfondate in prospettiva e quindi il taglio di sezione è stato collocato all’altezza della sesta campata partendo dal tiburio. Rispetto a Cesariano, inoltre, si nota nel tracciamento geometrico, rilevabile nella preparazione a punta secca, un errore di fondo, ovvero il triangolo dal quale dovrebbe derivare l’altezza delle navate non si imposta alla base dei piloni della navata (E), bensì più in basso (F: in corrispondenza della linea di base della prima serie di rettangoli che si ottiene continuando verso il basso il reticolo modulare utilizzato anche in Cesariano e sulla quale si collocano il punto di origine inferiore del quadrato ruotato di 45° e il vertice dell’esagono di Stornaloco). Il triangolo ha quindi una base più larga di quello rappresentato nella scaenographia, ma giunge alla stessa altezza. In questo modo il disegnatore non riesce a completare lo schema in modo congruente, perché l’esagono che dovrebbe iscrivere al suo interno il triangolo non lo iscrive e diviene un esagono irregolare. Nel disegno non compare, inoltre, in alcun modo l’indicazione della circonferenza che dovrebbe ricomprendere al suo interno esagono, triangolo e quindi navate della cattedrale. Non è facilmente comprensibile il motivo per cui si scelga di impostare la base del triangolo più in basso rispetto alla linea di base delle navate (decisione forse in connessione con l’idea di una rappresentazione prospettica, oppure più semplicemente un errore), ma si noti che anche nello schema geometrico oggi conservato nella Raccolta Bianconi (ASCMi, Raccolta Bianconi, II, f. 4v) compare la medesima linea di base sulla quale nel disegno dell’Ambrosiana è impostato il triangolo, tracciata a punta secca e per un breve tratto ripassata a penna, e sulla quale è collocata la scala puntinata in basso a sinistra. Un confronto dimensionale tra la sezione delle navate nei due elaborati e quella della stampa di Cesariano mostra in ogni caso che entrambe sono grandi quasi il doppio della stampa, ma tra loro non identiche (in particolare nel foglio dell’Ambrosiana le navate sono leggermente più piccole).

Le relazioni del foglio BAMi, F. 251 inf. n. 35 con la scaenographia di Cesariano, tuttavia, non si esauriscono: molti particolari decorativi, ivi compreso il modo di rappresentare lo scolo delle acque dai doccioni, con linee ondulate, sembrano essere i medesimi, anche se la definizione dei livelli orizzontali di terrazze e fasce cuspidate nella parte alta della cattedrale (all’epoca lungi dall’essere definite), differisce sia da quelle rappresentate da Cesariano nella scaenographia, sia da quelle realizzate. Si nota, inoltre, un tiburio ottagonale, evidentemente differente da quello proposto da Cesariano per la scaenographia, ma comunque presente nel Vitruvio, a destra della tavola che rappresenta l’ortographia (f. XVr). L’autore del disegno ha in pratica sostituito il tiburio quadrato con quello ottagonale presente nelle stesse tavole del Vitruvio e anche la forma della gran guglia somiglia a quella proposta da Cesariano, salvo che appare suddivisa in quattro livelli, anziché in tre.

Bibliografia

L. Beltrami, Il coronamento nella fronte del Duomo di Milano, Milano, 1900, p. 28 fig. 14, p. 31 fig. 15, p. 50 fig. 26

Luca Beltrami e il Duomo di Milano. Tutti gli scritti riguardanti la cattedrale pubblicati tra il 1881 e il 1914, a cura di A. Cassi Ramelli, Milano, 1964, tav. XIII, p. 219, fig. 25

A. Cassi Ramelli, Curiosità del Duomo di Milano, Milano, 1965, p. 15

A.M. Romanini, L’architettura, in C. Ferrari da Passano, A. M. Romanini, E. Brivio, Il Duomo di Milano, Milano, 1973, I, p. 225, fig. 222

J. Gritti, Cesare Cesariano, il Duomo di Milano e le tavole dell'edizione di Vitruvio del 1521, “Arte Lombarda”, 167, 2013, pp. 93-95, figg. 14-15

Schedatore e data

Jessica Gritti 2015

ISBN

9791220009157

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